Anche a voi piacerebbe acquisire più libertà e magari lavorare viaggiando come Taylor Banks e sua moglie? Bene! Oggi vedremo come ciò sia possibile, grazie ad automazione e outsourcing.
Del resto, i lavoratori dipendenti come me hanno a disposizione le ferie. Ma che cosa fa un imprenditore? Se lavorano in città, senza possibilità di una pausa di relax nel verde, probabilmente soffrono la mancanza di contatto con la natura. E una vacanza adeguata? Non sempre è possibile.
Per questo, in molti sono attratti dall'idea di lavorare viaggiando.
A Portland, ho chiesto a Taylor come abbia fatto e la sua risposta è stata semplice: outsourcing. Successivamente, nella nostra chiamata, ho insistito su questo punto: doveva esserci qualcos’altro. La formula per riuscire a lavorare viaggiando, in realtà, sembra più simile a questa: outsourcing + pianificazione + automazione + internet. Ecco cosa possiamo imparare dai due anni di prove e perfezionamenti attuati da Taylor.
Immagine: Mark Compton, Dwell
Per gestire un business dalla strada occorre prima di tutto "conoscere la strada"
Per gestire effettivamente un business dalla strada, si deve prima padroneggiare la strada stessa. Un normale camperista deve solo preoccuparsi di dove sostare e di come raggiungere l’area prestabilita. Ma per gli imprenditori su strada hanno molta importanza anche i comfort e i servizi disponibili.
Non sempre si può far affidamento sulle recensioni, perché in alcuni camping la velocità di internet è adeguata per controllare Facebook o la posta, ma non per lavorare. “Veloce” è un termine soggettivo. (Taylor mi segnala però Campendium, un nuovo e promettente sito di recensioni costruito dai suoi colleghi camperisti).
Comunque, visto che questo articolo parla di fare business dalla strada, per tutto il resto vi lascerò liberi di cercare in internet. Ci sono centinaia di fonti incredibili, dagli strumenti per la pianificazione dei viaggi, ai trucchi per risparmiare carburante, ai consigli per viaggiare con i bambini. Un ottima risorsa italiana in questo senso è Nomadi Digitali, un sito veramente ricco di risorse, consigli e anche storie di successo di altri nomadi che ce l’hanno fatta.
"Ci sono una serie di buoni strumenti di pianificazione", Taylor mi dice, "ma molto pochi sono raccolti insieme, quindi è necessaria un po’ di ricerca".
Restare sempre connessi
Avete sentito parlare di "boondocking"? È fondamentale per chi vive in camper, per risparmiare denaro ed esplorare aree più remote. Si tratta del campeggio libero in aree non attrezzate e spesso isolate (non consentito in diverse aree della nostra penisola, ma legale negli Stati Uniti). Taylor voleva approfittare di questa opportunità. Così ha affrontato la sfida più grande: equipaggiarsi per essere sempre provvisto di connessione a internet.
Mappa con i luoghi dove fare Boondocking negli USA
“Per risolvere il problema e procurarci una connessione internet affidabile, abbiamo speso moltissimi soldi e tempo. La componente economica è fondamentale per farlo e noi non siamo in pensione. Finora abbiamo speso quasi 2.000 dollari in attrezzature ed esperimenti; ma la cosa buona è che se dovessimo iniziare da zero potremmo ottenere l'80% di quello che abbiamo per 300-500 dollari”.
Attualmente, l’attrezzatura di Taylor è costituita da un insieme rudimentale di dispositivi. Energia solare, hotspot, router, amplificatori 4G, antenne a tetto. E tre diversi abbonamenti a internet. Solo adesso ha il lusso di un buon segnale (e traffico dati sufficiente) ad una distanza decente dalle celle più vicine.
La tecnologia è comunque una sfida, anche se siamo degli esperti.
A Taylor dispiace di non aver ancora scritto un articolo per descrivere il sistema che ha ideato; ma nel frattempo sia Gone with the Wynns che Technomadia - due blog per camperisti - hanno guide eccellenti, che indicano come restare sempre connessi per lavorare viaggiando.
Immagini: Gone with the Wynns, Technomadia
E, quando i gadget fantasiosi falliscono (come può accadere), c'è sempre la connessione wifi gratuita.
Suggerimento pro:
"La connessione internet non è presente ovunque; a volte bisogna andare in luoghi con connessione wifi gratuita. I bar-caffè non sono il luogo ideale, mentre lavanderie e biblioteche sono molto più affidabili in base alla nostra esperienza; non sono affollate dai fanatici di tecnologia con il loro Macbook Air”.
Nomadi Digitali dedica un’intera pagina veramente ben fatta a come e dove trovare connessioni ovunque.
Chiedetevi: la vostra attività è abbastanza redditizia?
Dopo il successo di Ace Hackware, frutto di esperimenti ed errori, Taylor e il suo socio hanno applicato la stessa formula ad altre attività. Tra queste, la vendita di integratori naturali e di oli da barba; ed ora hanno in cantiere un negozio di liquido organico per sigarette elettroniche.
“È una delle grandi tendenze: fumo e sigarette elettroniche. Abbiamo scoperto che sul mercato c’è carenza di liquidi per e-cigarette di qualità, puramente biologici e non nocivi. Sfruttiamo la nostra esperienza sulla natura applicandola a questa tendenza”.
Per iniziare, puntate su un prodotto in linea con la vostra esperienza o con i vostri interessi; in alternativa, cercate tra le tendenze emergenti.
Prendete anche in considerazione gli aspetti logistici. La maggior parte dei prodotti non può essere immagazzinata in uno spazio di 15 metri quadri; in più, se vi trovate in una zona isolata, la spedizione potrebbe essere difficoltosa. Come gestire inventario e spedizioni? Valutate il dropshipping o comunque di appoggiarvi a terzi per stoccaggio ed evasione degli ordini.
Outsourcing: esternalizzate (quasi) tutto
La gestione di Ace Hackware fa affidamento quasi interamente sull’outsourcing. Taylor ha assunto un’assistente virtuale tre o quattro mesi dopo il lancio del negozio. È lei ad occuparsi di tutto, dalla contabilità alla gestione del sito, al servizio clienti. Da anni è un elemento fondamentale del team; la sua collaborazione permette a Taylor di avere meno impegni di quanti non ne abbia normalmente un imprenditore.
In realtà, non lavoro solo 4 ore a settimana. Penso che la cosa mi renderebbe nervoso e annoiato e cercherei altro da fare. Però sicuramente non lavoro 40 ore a settimana.
Il partner commerciale di Taylor, Kevin, vive ad Atlanta; qui si trova anche la merce del negozio. Ritiro e imballaggio sono affidati ad un collaboratore esterno, retribuito con tariffa oraria.
Indubbiamente, l'outsourcing è la chiave per acquisire più libertà e gestire un business agevolmente e in modo redditizio.
Cos’altro potete esternalizzare?
Ecco altre idee per sfruttare l'outsourcing:
- Evasione degli ordini - Shipwire Order Fulfillment è un’app che si integra con Shopify per ritirare, imballare e spedire gli ordini ai vostri clienti da sedi dislocate in tutto il mondo.
- Progettazione, sviluppo, marketing - Assumete un esperto Shopify che si prenda cura degli aspetti tecnici o creativi richiesti per gestire il negozio.
- Inserimento dei dati, contabilità, servizio clienti - Upwork è una risorsa utile per trovare collaboratori (a cui affidare soprattutto quelle piccole attività scomode da seguire per chi sceglie di lavorare viaggiando).
- Riunioni - L’assistente virtuale "Amy" di x.ai si fa carico per voi di programmare chiamate e riunioni.
- Di tutto un po’ - Facilmente troverete qualcuno su fiverr disposto a promuovere il vostro brand su Instagram o scrivervi un jingle pubblicitario per pochi Euro.
Automatizzate il resto
Più automazione significa meno outsourcing. Grazie a ciò, Ace Hackware riesce a gestire un volume di ordini sempre crescente, stipendiando pochi dipendenti.
“Utilizziamo Stitch Labs per la gestione dell’inventario; questo perché si integra con Amazon, altro nostro canale di vendita. E si integra con ShipStation, da cui gestiamo tutte le nostre spedizioni. Ci permette di automatizzare le operazioni. Una volta che ogni procedura è automatizzata e documentata, possiamo evitare di preoccuparcene”.
I Banks impiegano l'automazione anche per pianificare le cose divertenti. Usano Fancy Hands per trovare ristoranti e attività di svago nei posti in cui sono diretti.
"Quando stiamo per arrivare in un posto nuovo, possiamo inviare un messaggio e in automatico, grazie a una sequenza di processi, si aprono un paio di incarichi: 'trovare studio yoga, trovare mercati con prodotti locali'. Usiamo IFTTT che genera un'email per Fancy Hands indicando di ricercare quel che ci occorre; ad esempio, escursioni o buoni ristoranti che servono piatti senza glutine”.
Comunque, Taylor trova Fancy Hands meno utile per il lavoro. "È più difficile, perché non sai chi gestirà il compito; devi dare indicazioni molto specifiche".
Immagine: The Learning Banks
Mentre stiamo per concludere la conversazione, Taylor agita la mano per allontanare una vespa; un problema che avrei scambiato volentieri col gelo del Canada. "Non per vantarmi, ma facciamo una bellissima vita", dice. Ed io sono stupita di come siano riusciti a farcela. Sembra abbiano trovato un perfetto equilibrio tra lavoro e vita privata (privilegiando la vita privata). In definitiva, però, le parole di Taylor mi ricordano che un imprenditore resta sempre un imprenditore:
“Siamo entrambi appassionati di tecnologia. Siamo combattuti tra l’andare in giro a visitare bei posti e starcene rintanati nel nostro rifugio, a lavorare al computer. Spesso, dobbiamo ricordarci a vicenda di uscire”.
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Articolo originale di Dayna Winter, tradotto da Maria Teresa Cantafora.