Questo articolo è da considerarsi a titolo puramente informativo. Importante: è possibile che i requisiti per ottenere una licenza commerciale vengano aggiornati, dunque consigliamo di effettuare autonomamente ricerche approfondite o, ancor meglio, di rivolgersi a un consulente legale e fiscale qualificato. Al di fuori dell’Italia le attività commerciali sono sottoposte alle normative in vigore nel Paese in cui operano.
Per aprire la tua attività commerciale, ad esempio un negozio di scarpe o una tabaccheria, è necessario verificare quali permessi e licenze sono richiesti. Questi ultimi possono variare in base al luogo in cui si intende operare e alla tipologia di attività commerciale. Per questo è fondamentale informarsi in modo approfondito prima di avviare l’attività, al fine di evitare spiacevoli contrattempi o persino pesanti sanzioni pecuniarie.
In questo articolo vedremo insieme a cosa serve una licenza commerciale, quando è necessaria e quale documentazione dovrai presentare per ottenerla.
Cos’è una licenza commerciale?
Una licenza commerciale è un documento ufficiale rilasciato da un ente governativo (solitamente un comune) che autorizza un'azienda a operare in una specifica area geografica. Dal punto di vista strettamente legale, la licenza è un atto formale che include un numero identificativo (il numero di licenza, per l’appunto) e conferma che l’azienda richiedente dispone dei requisiti per svolgere una determinata attività commerciale.
Benché non sia sempre necessaria per avviare un’attività, la licenza commerciale attesta che l’azienda in questione adempie agli obblighi previsti dalla legge per operare in uno specifico settore (ad esempio, la ristorazione oppure la vendita di farmaci o di generi alimentari). È bene ricordare che la licenza commerciale è nominativa e appartiene alla persona che ha effettuato la richiesta; non può dunque essere ceduta a terzi e in caso di cessazione dell’attività deve essere restituita al comune che l’ha concessa.
Quando hai bisogno di una licenza commerciale?
In base alla normativa attualmente vigente in Italia e in particolare alla riforma Bersani (d.lgs. 114/1998), in circostanze specifiche è possibile aprire un’attività senza dover richiedere al Comune di riferimento una licenza commerciale. L’esenzione è prevista per i seguenti casi:
- Per le strutture commerciali situate in comuni con una popolazione oltre i 10.000 abitanti la cui superficie di vendita non superi i 250 mq.
- Per negozi e botteghe situati in comuni con una popolazione fino a 10.000 abitanti che abbiano una superficie di vendita inferiore a 150 mq.
Se hai intenzione di aprire un’attività commerciale che non rientra in queste categorie, ovvero che non appartiene ai cosiddetti “esercizi di vicinato” (i negozi che rientrano nella casistica menzionata sopra), dovrai presentare una domanda per una licenza commerciale all’apposito ufficio comunale della città in cui vuoi avviare il tuo negozio.
La licenza fornita dal Comune è obbligatoria nei seguenti casi:
- Esercizi commerciali con una superficie fino a 1.500 metri quadrati nei Comuni fino a 10.000 abitanti;
- Tabaccherie (in quanto autorizzate alla vendita di prodotti soggetti al monopolio statale);
- Esercizi commerciali con una superficie fino a 2.500 metri quadrati nei Comuni con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti.
Per l’ottenimento della licenza commerciale in Italia vale il principio del silenzio-assenso: se il comune a cui è stata presentata la domanda non fornisce una risposta entro 90 giorni, la licenza è da considerarsi concessa.
Tuttavia, anche se non hai bisogno di una licenza commerciale, l'apertura di un esercizio di vicinato prevede in alcuni casi la presentazione di una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del comune in cui si trova il locale destinato all'attività commerciale. Tieni inoltre a mente che le attività che operano in alcuni settori (gastronomia, farmacia etc.) sono obbligate a richiedere appositi permessi (nel caso di un ristorante, ad esempio, occorre richiedere un’autorizzazione sanitaria dall'ASL).
Se intendi aprire un esercizio di vicinato insieme a un'attività di commercio all'ingrosso, puoi presentare la SCIA unitamente alla comunicazione per l'avvio dell'attività di commercio all'ingrosso, ammesso che la superficie complessiva dedicata alla vendita non superi i limiti previsti per l’esercizio di vicinato (vedi sopra).
È inoltre importante ricordare che attualmente in Italia le attività commerciali si dividono in due categorie (alimentari e non alimentari) e che il Registro degli Esercenti il Commercio (R.E.C.) è stato abolito nel 2006. Di conseguenza non è più in vigore l’obbligo di registrazione per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande. Se desideri avviare un'attività di somministrazione di alimenti e bevande, dovrai quindi fornire direttamente al comune la documentazione che attesti il possesso dei requisiti personali e professionali previsti dalla legge.
Cos’è la SCIA, a cosa serve e come presentarla
La SCIA, ovvero Segnalazione Certificata di Inizio Attività, è stata introdotta nel 2010, sostituendo la precedente DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) e la DIAP (Dichiarazione di Inizio Attività Produttiva). Questo documento permette alle imprese di avviare, modificare o chiudere un'attività nei settori dell’artigianato, del commercio o dell’industria senza che, come avveniva in precedenza, gli enti competenti debbano effettuare verifiche preliminari. L’introduzione della SCIA ha segnato un significativo progresso nella semplificazione della burocrazia per l’apertura delle attività produttive in Italia.
In sostanza la SCIA è un'autocertificazione che deve essere accompagnata da documenti aggiuntivi al fine di attestare determinati requisiti necessari per l’avviamento di un’attività:
- Requisiti soggettivi (morali e professionali, qualora richiesti per svolgere specifiche attività);
- Requisiti oggettivi stabiliti dalla normativa in base alla tipologia di attività che si intende avviare. Questi possono riguardare, ad esempio, la conformità con le norme urbanistiche, edilizie, igienico-sanitarie e ambientali dei locali o dei macchinari utilizzati dall’azienda.
Ad esempio, se hai intenzione di aprire un negozio di abbigliamento o un ristorante, dovrai presentare la SCIA prima di avviare la tua attività commerciale (ovviamente dovrai accertarti di essere in possesso di tutti i requisiti soggettivi e oggettivi previsti dalla legge per il settore in cui intendi operare).
La SCIA può essere presentata solo in modo telematico sul sito del SUAP (Sportello unico per le attività produttive) del comune in cui l’attività viene esercitata. Il portale Impresainungiorno del Ministero delle Imprese e del Made in Italy fornisce informazioni utili a coloro che intendono avviare o modificare un’attività economica e per questo hanno bisogno di interagire con la pubblica amministrazione.

Chi deve presentare la SCIA
Come abbiamo visto, per avviare determinate attività economiche non è necessaria una licenza commerciale. Eppure non tutte le attività commerciali esentate dall’ottenimento di una licenza sono obbligate a presentare la SCIA. Ecco le categorie a cui è richiesta la SCIA:
- Attività commerciali: rientrano nella categoria quelle che somministrano alimenti e bevande, il commercio al dettaglio e il commercio online.
- Attività agricole: aziende che operano nell’agricoltura, nell’allevamento e nelle coltivazioni di diverso tipo
- Attività del settore turistico: strutture di accoglienza turistica di vario genere (ad esempio, i bed and breakfast)
- Attività produttive e artigianali: a questa categoria appartengono parrucchieri, centri estetici e altre attività artigianali
La SCIA deve dunque essere presentata per l’apertura di negozi fisici, ma anche per negozi ecommerce.
Chi non deve presentare la SCIA
Se invece stai pensando di avviare un’azienda che non rientra nelle categorie menzionate sopra, è probabile che tu non abbia l’obbligo di presentare la SCIA. Non ne avrai bisogno se l’attività che vuoi avviare è un piccolo laboratorio artigianale non alimentare e non vuoi impiegare più di 3 dipendenti, oppure rientra in uno dei seguenti casi:
- Uffici pubblici e studi professionali
- Ospedali e strutture sanitarie e socio-assistenziali di vario genere
- Depositi merci e magazzini per negozi di vendita al dettaglio o locali utilizzati per conservare attrezzature agricole
- Scuole private, purché senza laboratori
È inoltre importante ricordare che non sono sottoposte all’obbligo di presentare la SCIA le attività professionali di tipo intellettuale (avvocati, web designer, programmatori etc.).
Di cosa hai bisogno per ottenere una licenza commerciale?
Se vuoi aprire un negozio, il primo passo è verificare se nel comune di riferimento è necessario richiedere una licenza per quella specifica attività commerciale oppure è sufficiente presentare la SCIA (che deve tuttavia essere presentata anche qualora si intenda ottenere una licenza). Si può effettuare questa verifica contattando l’ufficio comunale competente, in modo tale da poter identificare il regime amministrativo a cui l’azienda è sottoposta.
Negli atti ufficiali la licenza commerciale può essere definita “autorizzazione” e di norma viene indicato se è previsto il silenzio-assenso (solitamente di 90 giorni) oppure occorre attendere un responso del SUAP.
Per ottenere una licenza è necessario avere determinati requisiti soggettivi e oggettivi che riguardano sia la persona che effettua la richiesta sia la tipologia di impresa. Benché i requisiti possano variare a seconda del comune di riferimento (ti consigliamo di verificare attentamente), tra quelli soggettivi è possibile che vi siano i seguenti:
- La persona richiedente deve essere incensurata, ovvero non aver subito condanne per reati colposi.
- L’attività economica svolta dalla persona richiedente non deve essere stata dichiarata fallita
- La persona richiedente non deve essere stata soggetta a misure di restrizione della libertà personale.
- La persona richiedente ha raggiunto la maggiore età
- Nel caso di attività nel settore alimentare, la persona deve aver ottenuto i permessi e gli attestati (ad esempio HACCP) previsti dalla legge.
Per quanto riguarda i requisiti oggettivi, anch’essi variano in base al regolamento di ciascun comune, ma in linea generale possiamo dire che i locali in cui si intende svolgere l’attività commerciale devono rispettare le normative urbanistiche ed edilizie, quelle igienico-sanitarie e quelle relative all’inquinamento (ambientale e acustico).
Tipi di licenze commerciali
Come abbiamo visto, il rilascio delle licenze è di competenza comunale. Ciò significa che ogni comune stabilisce i criteri per ottenere una licenza nei diversi settori produttivi. Nonostante gran parte delle licenze commerciali siano state di fatto abolite in seguito alle riforme che ne hanno stabilito la liberalizzazione, alcune attività ne hanno ancora bisogno per poter operare sul mercato.
Le tipologie sono numerose e dipendono dall’ambito economico in cui si colloca l’attività (alimentare, vendita al dettaglio, vendita di prodotti farmaceutici). In alcuni casi specifici, tuttavia, il rilascio della licenza commerciale è di competenza della Questura. Generalmente è il SUAP a trasmettere a quest’ultima la documentazione necessaria. Se hai intenzione di aprire un’attività che opera nel settore dei giochi e delle scommesse, degli oggetti preziosi o delle armi, otterrai dunque un’autorizzazione non dal comune, bensì dall’autorità di polizia.
Ecco alcuni esempi di licenze commerciali:
- Tabaccherie
- Giochi e scommesse
- Commercio ambulante
- Esercizi commerciali non di vicinato che non beneficiano di esenzione (con una superficie di vendita superiore al limite stabilito)
- Farmacie
- Vendita carburanti
Come ottenere una licenza commerciale
Un passaggio fondamentale per ottenere una licenza commerciale è quello di trasmettere tutta la documentazione necessaria al Registro delle imprese presso la Camera di commercio di competenza. Per le attività non alimentari è sufficiente inviare la Comunicazione unica d’impresa. Si tratta di una procedura interamente digitale che consente di inoltrare in un unico modello riassuntivo tutti i dati del richiedente e un riepilogo delle richieste da indirizzare ai vari enti. A questo modello possono essere allegati i seguenti documenti:
- Modello per l'Agenzia delle Entrate
- Modello per il Registro delle Imprese
- Modello per l'INAIL
- Modello per l'INPS
- SCIA da presentare al SUAP

Grazie alla Comunicazione Unica potrai gestire tutti gli obblighi amministrativi attraverso un unico canale telematico, ovvero il Registro delle Imprese, a cui invierai i modelli richiesti in formato digitale, i quali saranno automaticamente trasmessi a tutti gli enti coinvolti. Utilizzando la Comunicazione Unica potrai dunque svolgere in modo semplice e rapido le seguenti procedure:
- Richiedere il Codice Fiscale e la partita IVA (quest’ultima necessaria per aprire un’attività commerciale)
- Richiedere l’iscrizione al Registro delle Imprese
- Aprire una posizione assicurativa presso l'INAIL
- Effettuare la registrazione all’INPS per dipendenti o lavoratori autonomi
- Inviare la SCIA al SUAP.
È tuttavia importante tenere sempre a mente che le normative possono variare a seconda della regione o del comune in cui si intende esercitare l’attività. Di conseguenza ti consigliamo di informarti perché potrebbero essere richiesti requisiti diversi rispetto a quelli menzionati in questo articolo.
Altro aspetto da considerare è quello relativo all’eventuale contingentamento delle licenze in vigore in alcune città. Nel centro storico di Roma, ad esempio, il numero delle licenze è fissato in anticipo, ovvero non è possibile ottenerne di nuove in quella specifica area urbana. Ciononostante a chi intende aprire un’attività commerciale viene offerta la possibilità di subentrare in un'attività già autorizzata. Si tratta del cosiddetto “sub-ingresso”, che consente di assumere la gestione di un'attività già operativa, ovviamente a condizione che si rispettino i requisiti necessari (soggettivi e oggettivi).
Quanto costa una licenza commerciale?
Il costo di una licenza commerciale dipende essenzialmente da due fattori: il comune in cui viene richiesta e la tipologia di attività economica per la quale si presenta domanda. In linea generale bisogna prevedere un costo compreso tra i 400 e i 2.000 euro. Per avere informazioni precise è necessario contattare il comune di riferimento, specificando il tipo di attività che si intende avviare e le dimensioni del locale adibito alla vendita.
Ovviamente alla spesa relativa alla licenza occorre aggiungere ulteriori costi accessori per l’avviamento della tua attività. Ad esempio, probabilmente dovrai pagare un commercialista per l’apertura della partita IVA, la presentazione della SCIA e la compilazione di altre pratiche da inoltrare agli uffici competenti. Per la sola SCIA i costi possono variare tra i 250 e i 1000 euro a seconda del tipo di attività commerciale.
Ulteriori costi da affrontare nella fase iniziale e in qualche modo collegati all’ottenimento di una licenza commerciale sono l’iscrizione alla Camera di Commercio (circa 100 euro), i diritti di segreteria (18 euro) e l’imposta di bollo (17,50 euro). È tuttavia possibile che vi siano altre imposte e costi accessori da prendere in considerazione, perciò è molto importante avere il supporto di un consulente specializzato che possa guidarti lungo tutto il percorso burocratico.
Licenza commerciale: domande frequenti
Quanto tempo occorre per ottenere una licenza commerciale?
Dipende dalla tempistica di lavorazione della richiesta da parte dell’ufficio comunale preposto. In molti comuni vige tuttavia la regola del silenzio-assenso, ovvero se il comune non fornisce una risposta entro un dato limite temporale (solitamente 90 giorni), l’autorizzazione è da ritenersi concessa.
Quanto costa una licenza commerciale?
Una licenza commerciale può avere un costo variabile tra i 400 e i 2.000 euro a seconda della tipologia di attività che intendi avviare e il comune di riferimento. A questo importo dovrai aggiungere tutti gli ulteriori costi amministrativi accessori (bolli, imposte, iscrizione alla Camera di Commercio), la SCIA (tra i 250 e i 1000 euro) e le spese relative alle consulenze fiscali e legali.